NEL NOME DI GERRY CONLON 

 

PROSSIMAMENTE
NUOVAMENTE IN PROGRAMMAZIONE
 
PRIMA VISIONE IN ESCLUSIVA

 

Regia Lorenzo Moscia
sceneggiatura: Lorenzo Moscia, Giacomo Durzi
fotografia: Lorenzo Moscia
montaggio: Sarah McTeigue
produttore: Ines Vasiljevic, Stefano Sardo
produzione: Nightswim, con il contributo del Ministero della Cultura
paese: Italia
anno: 2022
durata: 82'
Distribuzione Nightswim

 

 

Gerry Conlon è stato il protagonista di uno dei più clamorosi errori giudiziari nella storia del Regno Unito. Insieme ad altre tre persone, venne arrestato e condannato all’ergastolo per l’attentato dell’IRA del 1974 a un pub di Guildford, vicino Londra, in cui morirono cinque persone e sessantacinque rimasero ferite. Di lì a poco, altre sette persone furono arrestate perché ritenute complici, e tra questi il padre di Conlon, Giuseppe, fermato mentre si recava a Londra per assistere il figlio. I “Quattro di Guildford” (oltre a Conlon, Paul Hill e Paddy Armstrong di Belfast e una donna inglese, Carole Richardson) dovettero attendere fino al 1989 perché la Corte di Appello riconoscesse la loro innocenza. Da quel momento, Conlon diventa un attivista per i diritti umani noto in tutto il mondo. Questo duro viaggio all’interno di uno dei più clamorosi e scandalosi errori giudiziari della storia del Regno Unito percorre la strada più intima delle testimonianze dirette di quanti sono stati vicini a Gerry Conlon: le sue sorelle, il suo avvocato, gli amici del pub e i volontari dell’associazione. Una testimonianza, più delle altre, balza allo spettatore per la sua intensità e la sua forza: l’ultima intervista di Gerry Conlon, raccolta fortuitamente dal regista Lorenzo Moscia. Lorenzo ha avuto la possibilità di conoscere Gerry due mesi prima della sua morte, mentre era a Belfast per il reportage fotografico “Belfast new hanger”, sulle tensioni ancora esistenti tra nazionalisti e indipendentisti. Commosso dal racconto di quest’uomo incredibile, Lorenzo si è trovato a registrare molto più di un’intervista: un vero e proprio testamento spirituale.

 

Durante i due mesi passati a Belfast, Gerry mi ha generosamente raccontato non solo la sua storia, ma anche tutta la sua vita. Mi ha lasciato scoprire l’uomo di sessant’anni che ancora lottava con i fantasmi del suo passato. Ma, nonostante tutto questo dolore, Gerry è riuscito ad andare avanti e, soprattutto, a essere in prima linea nella difesa di altre persone a lui simili, prigionieri innocenti di una condanna ingiusta. Quando lavoro la cosa più importante per me è il rispetto umano per chi sto fotografando, riprendendo, ascoltando. Durante le nostre chiacchierate la telecamera era semplicemente appoggiata sul tavolo della cucina, sopra un pacchetto di sigarette. Non ho mai voluto curarne l’inquadratura, cercavo di rendere la mia Canon una presenza “invisibile”. Solo così mi è stato possibile ottenere quel grado d’intimità con Gerry. È un onore per me aver potuto passare del tempo con lui; ed è un onore ancora più grande realizzare questo documentario per far conoscere Gerry Conlon e la sua storia. E voglio raccontarla con queste sue ultime, preziose, parole e anche con le parole degli altri: quelle dei media, dei giudici, dei poliziotti corrotti; quelle degli amici del pub, della sua salvatrice, l'avvocato Gareth Pierce, delle sorelle, di chi gli è stato vicino. Voglio che vengano raccolte tutte le parole dei cittadini che come Conlon hanno subito grosse violazioni ai loro diritti umani.

(Il Regista Lorenzo Moscia)

 
 

 

 

 

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