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FOOTBALIZATION
 

SABATO 02/5

► ore 18.00 

 

  

 

REGIA Francesco Furiassi, Francesco Agostini

SCENEGGIATURA Stefano Fogliata

CAST Stefano Fogliata, Rami, Yazan, Louay, Jamal-al Khatib

GENERE Documentario

NAZIONE Italia, Libano, Palestina

PRODUZIONE Tr3sessanta

DISTRIBUZIONE Mescalito Film

 

 

Novembre 2017, sobborghi di Beirut: nel campo profughi di Bourj-el-Barajneh un gruppo di giovani segue l'eliminazione della nazionale italiana di calcio dai Mondiali del 2018. Tra di loro c'è Stefano Fogliata, italiano che si è trasferito in Libano da quattro anni come cooperante e poi è rimasto nel paese come ricercatore universitario dell'ateneo di Bergamo, ad approfondire il tema dei campi palestinesi costruiti nel 1948. È lui, sguardo in macchina, mosso da una passione calcistica smisurata che corre in parallelo con l'impegno nel sociale, a guidare lo spettatore in questa ricognizione inedita, low budget, realizzata in crowfunding, che mette in connessione il diritto allo sport con gli altri diritti umani. Novembre 2017, sobborghi di Beirut: nel campo profughi di Bourj-el-Barajneh un gruppo di giovani segue l'eliminazione della nazionale italiana di calcio dai Mondiali del 2018. Tra di loro c'è Stefano Fogliata, italiano che si è trasferito in Libano da quattro anni come cooperante e poi è rimasto nel paese come ricercatore universitario dell'ateneo di Bergamo, ad approfondire il tema dei campi palestinesi costruiti nel 1948. È lui, sguardo in macchina, mosso da una passione calcistica smisurata che corre in parallelo con l'impegno nel sociale, a guidare lo spettatore in questa ricognizione inedita, low budget, realizzata in crowfunding, che mette in connessione il diritto allo sport con gli altri diritti umani. 

 

IL CALCIO NEL LIBANO PIEGATO DALLA GUERRA: RICOGNIZIONE INEDITA E DAL BASSO SULL'INTRECCIO TRA SPORT E DIRITTI UMANI.


Nei dodici campi profughi disseminati nel Paese (tra cui "la giungla di cemento urbana" di Shatila, tra vicoli e grovigli di cavi elettrici) che accolgono gli "storici" rifugiati palestinesi e, più di recente, quelli siriani, il sogno più diffuso dei ragazzi di ogni provenienza è emergere come calciatori professionisti.
Prima degli ostacoli materiali, per i giovani profughi c'è il problema dei documenti. Attraverso gli incontri di Stefano con giocatori, allenatori e dirigenti del calcio ufficiale libanese (anche della società Al-Aqsa, in cui lui stesso milita), come la stella Jamal Al-Khatib, apprendiamo che dopo la guerra in Libano (1975-1990) non c'è stato alcun campionato nazionale e che oggi i cittadini di nazionalità palestinese non possono accedere alle squadre libanesi se non in quote minime predefinite. E che il calcio, la cui febbre è alta anche in Medio Oriente, con stadi capienti e tifoserie accanite, non riesce ancora a realizzare il sogno di professionismo dei talenti, come quello di Louay, respinto ai controlli nell'aeroporto di Istanbul perché in quanto cittadino palestinese-siriano residente in Libano, è "privo di nazionalità": la descrizione del suo viaggio vale da sola tutto il film.
Sintesi a volte drastica e non sempre limpida di un quadro storico e geopolitico complesso, fortemente determinata dal punto di vista del suo narratore (Fogliata è anche autore del soggetto) Footballization ha un approccio diretto e peculiare all'idea di "casa" e "patria", cerca di demolire il pregiudizio con l'osservazione sul campo (anche di gara) ed è animato da un sincero afflato egualitario e pacifista.

('mymovies')

 

 

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