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SOFIA
 

SABATO 23/03
► ore  16.45 

► ore 21.30


DOMENICA 24/03
► ore 16.00

 

PRIMA VISIONE ESCLUSIVA

 

UN CERTAIN REGARD CANNES 2018, PREMIO ALLA MIGLIOR SCENEGGIATURA
THESSALONIKI FILM FESTIVAL, PREMIO PER IL MIGLIOR FILM

 

 

 

 

 

Regia: Meryem Benm'Barek
Attori: Maha Alemi - Sofia, Sarah Perles - Lena, Lubna Azabal - Leila, Faouzi Bensaïdi - Faouzi, Nadia Niazi - Zineb, Hamza Khafif - Omar, Raouia - Zohra, Khadija Adly - La vicina, Nadia Benzakour - Fatiha, Mansour Badri - Il commissario
Sceneggiatura: Meryem Benm'Barek
Fotografia: Son Doan
Montaggio: Céline Perreard
Scenografia: Samuel Charbonnot
Suono: Aida Merghoub

 

Sofia, vent'anni, vive a Casablanca con i suoi genitori. Durante un pranzo di famiglia, ha violenti crampi allo stomaco. Sua cugina Lena, studentessa di medicina specializzanda in oncologia, capisce subito la situazione: Sofia sta per partorire. Nessuno sapeva della sua gravidanza. Con discrezione, usando come scusa la necessità di recarsi in farmacia, Lena prende l'iniziativa di portare Sofia all'ospedale, dove partorisce. Ma ci sono solo 24 ore per risolvere un grosso problema: Sofia deve sposarsi per non infrangere la legge. Inizia così la ricerca del padre...

 

«Sofia non è ispirato ad una storia in particolare, ma è l’insieme di tantissime storie che ho letto e ascoltato. Il primo spunto è arrivato dalla storia di un’amica molto vicina a me, e da quel momento in poi ho iniziato ad informarmi, a leggere tantissimi articoli su questo argomento ed ho iniziato a parlare anche con i medici e le ostetriche, e altre persone coinvolte in relazioni clandestine. Il cuore del film non è la storia di una gravidanza fuori dal matrimonio, ma come funziona il sistema di potere, che è rivelatrice di come funziona la società.» (La regista Meryem Benm’Barek)

 

"Nella temperie culturale sul ruolo della donna nel mondo islamico, Meryem Benm’Barek esordisce alla regia con un film che scava in profondità sul senso di un cinema che sia politico ed estetico allo stesso tempo, in grado di riflettere sul reale interrogandosi anche sui codici morali e su una società in cui l'ipocrisia è l'unico veicolo di relazione, là dove il 'vero' viene invece ripetutamente censurato e nascosto". 
Motivazione alla nomina di Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani SNCCI

 

"..Ma la vera forza del film che lo rende un’occasione da non perdere è nel lavoro della regista che all’inizio sembra scegliere una strada alla Farhadi, dove l’evolversi della storia offre allo spettatore sempre nuovi elementi di conoscenza, ma che poi finisce per scegliere qualcosa di più sottile ma anche più efficace: invece di affidare ai colpi di scena (che pure ci sono) il motore del film, sceglie di puntare sullo scavo psicologico dei personaggi che si aprono e si «confessano» ogni volta un po’ di più al suo obiettivo. Accompagnando lo spettatore a scoprire una realtà che in tanti, anche in Marocco, sembra non voler vedere." ('Corriere della Sera')

 

"Meryem Benm’Barek penetra acutamente nella realtà di una società conservatrice che condanna a essere soli e inermi, svelando un quadro familiare da cui emergono rapporti tesi come corde di un violino: mentre la famiglia di lei è propensa alla soluzione di un matrimonio riparatore, quella di lui cerca di evitare l’unione, ma nell’ipocrisia generale si arriverà a un accordo. È una partita a scacchi sostenuta da una tensione sempre palpabile che calibra sapientemente il registro drammatico e ribalta abilmente i ruoli della vittima e del carnefice, divenendo complice di un’inaspettata solidarietà femminile dove spicca un matriarcato che sovverte il pensiero comune di una cultura patriarcale. Questo di Meryem Benm’Barek è un esordio che si farà certamente ricordare." (Taxidrivers.it)





 

 

 

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