images/NEW_Locandine/SL1.png
images/NEW_Locandine/SL1.png
images/NEW_Locandine/10-SCATOLA.png
images/NEW_Locandine/10-SCATOLA.png
images/NEW_Locandine/8.png
images/NEW_Locandine/8.png
images/NEW_Locandine/9-AFRIN.png
images/NEW_Locandine/9-AFRIN.png
images/NEW_Locandine/Amor_0002.jpeg
images/NEW_Locandine/Amor_0002.jpeg
previous arrow
next arrow
COLIBRI'

VENERDI 02/12
► ORE 14.45

SABATO 03/12
► ORE 14.45

DOMENICA 04/12
► ORE 15.00

● IL ROMANZO OMONIMO DI SANDRO VERONESI DA CUI E' TRATTO HA VINTO IL PREMIO STREGA 2020
● PRESENTATO IN ANTEPRIMA AL 47. TORONTO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL (2022)
● FILM D'APERTURA DELLA XVII EDIZIONE DELLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2022)

 

Regia: Francesca Archibugi

Attori: Pierfrancesco Favino - Marco Carrera, Nanni Moretti, Kasia Smutniak, Bérénice Bejo, Laura Morante, Sergio Albelli, Alessandro Tedeschi, Benedetta Porcaroli, Massimo Ceccherini, Fotiní Peluso, Francesco Centorame, Valeria Cavalli, Pietro Ragusa

Soggetto: Sandro Veronesi - romanzo

Sceneggiatura: Francesca Archibugi, Laura Paolucci, Francesco Piccolo

Musiche: Battista Lena

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: tratto dal romanzo omonimo di Sandro Veronesi (ed. La Nave di Teseo, 2019)

Produzione: FANDANGO CON RAI CINEMA

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION

 

È al mare che Marco conosce Luisa Lattes, una ragazzina bellissima e inconsueta. Un amore che mai verrà consumato e mai si spegnerà, per tutta la vita. La sua vita coniugale sarà un'altra, a Roma, insieme a Marina e alla figlia Adele. Marco tornerà a Firenze sbalzato via da un destino implacabile, che lo sottopone a prove durissime. A proteggerlo dagli urti più violenti troverà Daniele Carradori, lo psicoanalista di Marina, che insegnerà a Marco come accogliere i cambi di rotta più inaspettati.

 

"LA VITA COME UN'AVVENTURA INSTABILE, TRA ALTI E BASSI"
(Cinematographe)
 
«Conosco Sandro Veronesi da 30 anni come scrittore e questo romanzo l’ho letto il giorno stesso che è uscito. È un libro che mi ha turbato molto, ma farne un film è stata una proposta di Domenico Procacci e dello stesso Veronesi. Ero orgogliosa e impaurita, perché l’impressione che ho avuto è che si trattasse di un romanzo capace di toccare tutti i temi che mi sono più cari, come fosse un libro scritto da me ma scritto meglio, ovviamente»
(La Regista Francesca Archibugi)

 

«Non credo sia un uomo immobile, è definito così dagli altri: è un’attività energetica molto dispendiosa quella di voler rimanere ancorati alle cose che si amano”, aggiunge l’attore, che sulle peculiarità di Marco Carrera osserva: “Non credo esista un’unica peculiarità di questo personaggio, la cosa che mi sorprese leggendo il romanzo è quel tipo di maschilità che non viene spesso raccontata. Mi piace l’aspetto che tendenzialmente noi siamo abituati a definire come femminile, oltre al fatto che è un uomo circondato da donne, un po’ come capita nella mia vita, e apprezzo molto che si tratta di una maschilità che non ruota intorno alla sessualità, elemento con il quale mi sento in armonia. Oltre a questo, ci troviamo di fronte ad una delle rare occasioni in cui la borghesia non viene giudicata o in cui l’autore non guarda dall’alto l’ambiente da cui proviene. E ci sono aspetti della vita di quest’uomo che riguardano tutti quanti»

(L'Attore Pierfrancesco Favino a proposito del suo personaggio)

 

«Per me è stato bellissimo fare solo l’attore. È la sesta volta in 30 anni che Francesca mi chiede di interpretare un ruolo, ad un certo punto ho voluto dire di sì. Il libro era bellissimo, il personaggio anche»

(Nanni Moretti)

 

«..il film sa trovare un equilibrio non scontato. E una sua ragione d’essere, soprattutto per un pubblico che può sentire vicino il bisogno di affrontare le scosse della vita cercando di conservare, come appunto farebbe il colibrì, una sua testarda fermezza.»

(Paolo Mereghetti)

 

«Il colibrì, animale leggero e leggiadro, è una perfetta immagine che utilizza il libro di Veronesi prima e il film della Archibugi dopo per descrivere la vita di Marco Carrera (Pierfancesco Favino), un uomo ancorato ad un amore del passato, che per tutta la sua esistenza cerca in tutti i modi di rimanere sulla medesima posizione, ma viene travolto dalla vita stessa, che, come le ali del piccolo uccellino sopracitato, lo sbalza in direzioni totalmente inaspettate e lo travolge rapidamente. Lui stesso è definito un colibrì per la sua delicatezza d’animo e la sua immobilità, aggrappandosi sempre agli stessi punti cardine, che però piano piano lo fanno rovinosamente cadere. Il lungometraggio, proprio perché segue pedissequamente il flusso vitale del protagonista, non è cronologico dal punto di vista narrativo e si muove agilmente tra passato, presente e futuro, dedicandosi a piccole scene di vita quotidiana, alle amicizie, ai dolori e ai rimpianti. Tutto si lega in una complessa trama dove apparentemente è tutto scollegato, ma in realtà ogni singolo attimo ha un peso preciso nell’esperienza di Marco. La regia, in particolare, riesce ad evocare, con un’attenzione millimetrica, le tante contraddizioni che albergano nell’essere umano, ponendo l’accento sul dolore che spesso l’uomo è costretto a subire.»
(Cinematographe)  
 

 

 

 

 

PARTNER

 

  

 

Privacy Policy Cookie Policy