LA CALIFORNIA
 
GIOVEDI 24/11
► ORE 18.45

VENERDI 25/11
► ORE 18.45

SABATO 26/11
► ORE 21.30*
*ALLA PRESENZA DELLA REGISTA CINZIA BOMOLL DEL CAST (TRA CUI STEFANO PESCE, VITO E ORFEO ORLANDO)
E DELL'AUTRICE DELLE MUSICHE SILVIA LEONETTI

DOMENICA 27/11
► ORE 17.00
● FESTIVAL DEL CINEMA DI ROMA
 
PRIMA VISIONE IN ESCLUSIVA

 

Regia: Cinzia Bomoll

Attori: Piera Degli Esposti - voce narrante, Eleonora Giovanardi, Stefano Pesce, Enrico Salimbeni, Angela Baraldi, Alfredo Castro, Riccardo Frascari, Lorenzo Ansaloni, Marco Manfredi, Andrea Roncato, Paola Lavini, Andrea Mingardi, Stefano Fregni, Filippo Marchi, Orfeo Orlando, Silvia Provvedi, Andrea Montovoli

Sceneggiatura: Cinzia Bomoll, Christian Poli, Piera Degli Esposti

Fotografia: Maura Morales Bergmann

Musiche: Silvia Leonetti

Montaggio: Paolo Marzoni

Scenografia: Cristina Bartoletti

Durata: 100'

Colore: C

Genere: Drammatico

Produzione: CINZIA BOMOLL PER AMARCORD, KARINA JURY PER 17 PRODUCCIONES

Distribuzione: OFFICINE UBU

 

Per diventare la donna che vorresti, qualche volta devi metterti nei panni del tuo perfetto opposto. Anche se è la persona che hai più cara al mondo, dovrai sfidarla. Se poi per cornice c’è una provincia chiamata per ironia della sorte "La California", facile che i suoi abitanti “di frontiera” si intreccino con la tua vita, e te la salvino. Una storia di formazione, con elementi thriller, si muove nella provincia emiliana. Chi era realmente Ester? La verità dietro a un fatto di cronaca nera locale, dove il suicidio della ragazza viene dato per scontato. La tenacia della gemella, con la solidarietà di chi nel paese de "La California" ha sempre lottato per la giustizia, porterà alla rivelazione dei fatti reali.

 

"UN COMING OF AGE NOSTRANO CHIAZZATO DI THRILLER, RIFLESSO STORTO DI QUELLO CHE SIAMO E CHE POTREMMO ESSERE"
(MYmovies)
 
« “Sono entrata in questa storia subito perché ho sempre desiderato essere due”.
Questa frase di Piera Degli Esposti, anche co-sceneggiatrice, riassume il senso di questo film.

La storia delle gemelle protagoniste, è metaforicamente anche la storia del doppio che è in ognuno di noi. Diventando donne, una delle due svanisce, come spesso succede alla parte più nera dell’anima. L’espediente thriller di come ciò avviene rientra nella trama insieme ai ritratti grotteschi della piccola comunità di una provincia di frontiera che esiste davvero e che ha un nome che sembra una promessa: La California. In quel nome c’è anche il desiderio di andare via da una periferia del mondo che sembra non dare via di scampo. Nella sua distesa di terra sconfinata (in gergo emiliano chiamata metaforicamente da inizio ‘900 “La California”) sembra non succedere mai nulla, ma in realtà può succedere di tutto.

Ed è ciò che avviene in questo film.

Si sa che tutte le province del mondo si somigliano, e da qui l’universalità della trama, che potrebbe essere ambientata ovunque.

Il film è girato con lenti anamorfiche degli anni ’70, in grado di deformare la realtà, come fa la nostra immaginazione quando c’è desiderio di fuggire da qualcosa, e ci si cala in una dimensione a volte onirica, a volte disincantata. Scelta fatta con la direttrice della fotografia italo-cilena Maura Morales Bergmann, tra le poche D.O.P. donne. Da produttrice del film ho cercato di inserire più figure femminili possibile tra i capi reparto, infatti anche la colonna sonora è firmata da una donna, Silvia Leonetti, che nonostante la giovane età ha composto le musiche di “Armenia, My Love” (2016) e “The Second Coming of Christ” (2018) della regista statunitense Diana Angelson, selezionate per concorrere agli Oscar.

Il film possiede anche note leggere, perché come succede spesso nella provincia emiliana, che ben conosco, si ha la capacità di esorcizzare sorridendo anche il momento più drammatico, premeditando una liberazione e un riscatto personale.»

(La Regista e produttrice Cinzia Bomoll)
 
«Film schietto e diretto, La California si cala nel cuore nero di una terra periferica e per certi versi di frontiera, con le sue morbidezze e asperità, che al netto di scelte non sempre felici (la fotografia dei ricordi dai toni nostalgici, la parte centrale un po’ dispersiva, il coro di maschere forse troppo affollato, il cattivo tagliato con l’accetta) riesce a dialogare con l’umanità di due protagoniste che finiscono per fondersi senza confonderci. La generosità è indiscutibile, così come l’empatia verso i personaggi e l’adesione al genius loci, e non stona la commistione tra il registro brillante e malinconico e quello più cupo e noir. A far da voce narrante è Piera Degli Esposti (accreditata anche come sceneggiatrice), a cui il film è dedicato, vero valore aggiunto per potenza carismatica e capacità misterica.»
(Cinematografo) 
 
«La California è un piccolissimo paesino nel bel mezzo della pianura padana, lato emiliano. Qui vivono agli inizi degli anni ’90 le sorelle Alice (Giulia Provvedi) ed Ester (Silvia Provvedi) insieme al padre Yuri (Lodo Guenzi), al nonno Tuono (Andrea Roncato), ex partigiano e ora pescatore, e alla madre Palmira (Eleonora Giovanardi). Le due ragazze non potrebbero essere più diverse tra loro: Ester è una ribelle come il padre Yuri, da cui ha preso anche l’amore per la musica punk mentre Alice è più acqua e sapone e ha il temperamento della madre. La famiglia non naviga in buone acque e il lavoro scarseggia dato che il padre, allevatore di maiali destinati al macello, ha anche contratto dei debiti non ancora saldati mentre la madre è un’ex appartenente al partito comunista ora ridotta al ruolo di semplice casalinga. Alice ed Ester vorrebbero scappare da lì per raggiungere la tanto agognata California, quella vera, stato di cui coltivano il mito anche grazie ai tanti poster di attori e rockstar che circondano i muri della loro stanza. L’arrivo di Pablo (Riccardo Frascari) con il padre Allende (Alfredo Castro), un cileno scappato dalla dittatura di Pinochet anni prima e rifugiatosi in Italia, sconvolgerà l’apparente quiete de La California ma è altrove che il vero pericolo si annida. In quella nube di gas tossica e scura che non smette di propagarsi nell’aria, causata dagli scarichi industriali dell’azienda guidata dallo spietato Gualtiero (Stefano Pesce).»
(Spettacolo.eu)
 
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