Regia: Haider Rashid
Attori: Adam Ali - Kamal, Erfan Rashid, Gassid Mohammed, Mohamed Zouaoui, Pietro Ciciriello, Svetlana Yantcheva
Sceneggiatura: Haider Rashid, Sonia Giannetto
Fotografia: Jacopo Maria Caramella
Montaggio: Haider Rashid, Sonia Giannetto
Scenografia: Francesco Bacci
Suono: Giandomenico Petillo, Gabriele Fasano
Durata: 72'
Colore: C
Genere: DRAMMATICO, THRILLER
Produzione: HAIDER RASHID PER PIANI RADICALI PRODUTTIVI, COPRODOTTO BEYOND DREAMS (KUWAIT), FAIR PLAY (ITALIA)
Distribuzione: I WONDER PICTURES, UNIPOL BIOGRAFILM COLLECTION
"UN VIAGGIO POLISENSORIALE CHE IMMERGE LO SPETTATORE NELL'ESPERIENZA CONCRETA DELLA MIGRAZIONE"
(MYMOVIES)
Confine tra Bulgaria e Turchia: Kamal è un giovane iracheno che sta cercando di entrare in Europa a piedi. È braccato dalla polizia bulgara e dai "Cacciatori di Migranti". Kamal ha nello zaino un passaporto, alcune foto di famiglia, dei fogli con degli appunti e dei numeri di telefono per quando arriverà in Europa. Sperando che questo accada.
"Il Cinema è attratto dalle emigrazioni clandestine in quanto fatto epico di sofferenza collettiva, Haider Rashid invece ha il merito di sfuggire ai luoghi comuni e alla ovvietà televisiva, racconta da vicino il corpo di un singolo, le paure e le emozioni nei suoi occhi in primo piano. Intorno ci sono i rumori del mondo che lo ostacola nella sua fuga dalla Guerra. Una sfida coraggiosa"
(Motivazione al Premio della Giuria Indipendente Cannes 2021)
"L’idea del film è nata leggendo delle esperienze di vita reale dei migranti che attraversano il confine tra Turchia e Bulgaria e dalle conversazioni che ne sono seguite con varie persone. La Bulgaria è il paese in cui mio padre si è recato, quando è scappato dall’Iraq nel 1978 alla volta dell’Europa. Sebbene il suo viaggio sia stato diverso da quello che intraprende il protagonista del film, in qualche modo mi è sembrato ancora più giusto raccontare questa storia." (Il regista Haider Rashid)
"Europa, scritto e diretto dal figlio di un immigrato iracheno e una madre italiana, racconta l’esperienza della migrazione facendoci provare a livello polisensoriale che cosa voglia dire affrontare quel viaggio, non in astratto ma nella concretezza immediata del qui e ora: come succede ogni giorno ai migranti. Haider Rashid azzera qualunque distanza fra lo spettatore e il suo protagonista gettandoci dentro un’esperienza immersiva epidermica: sentiamo il caldo, la fame, la stanchezza, e soprattutto il terrore così come li avverte il ragazzo ridotto a nutrirsi di bacche e uova trovate per caso, con la suola delle scarpe tagliata a metà e le ferite inferte dalla natura e dagli uomini. I nemici compaiono all’improvviso davanti ai suoi e ai nostri occhi, e sono nemici senza identità, corpi armati senza nome." (Paola Casella, MYMOVIES)