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IL NASO O LA COSPIRAZIONE DEGLI ANTICONFORMISTI
 

VENERDI 06/5

► ore 21.30


SABATO 07/5

► ore 18.30


DOMENICA 08/5

► ore 17.15

  
PRIMA VISIONE
 
● FILM DELLA CRITICA PER IL SINDACATO NAZIONALE CRITICI CINEMATOGRAFICI ITALIANI - SNCCI 
NATIONAL ANIMATION AWARDS 2021: MIGLIOR FILM, REGIA, SCENEGGIATURA
● ANNECY INTERNATIONAL ANIMATED FILM FESTIVAL 2020: PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA
 

Regia: Andrey Khrzhanovsky

Sceneggiatura: Andrey Khrzhanovsky

Fotografia: Andrey Khrzhanovsky, Igor Skidan-Bosin

Musiche: Dmitri Shostakovich

Montaggio: Taisiya Krugovikh

Scenografia: Marina Azizyan, Aleksandr Khramtsov, Aleksandra Pavlova, Anastasiya Sembon, Varvara Yakovleva

Suono: Artem Fadeyev

Durata: 90'

Colore: C

Genere: ANIMAZIONE

Specifiche tecniche: mix di tecniche d'animazione (tradizionale, CGI, messa in scena di ritagli di modellini di carta, collage digitale, colori a pastello e a carboncino, riprese dal vivo)

Tratto da: racconto 'Il Naso' di Nikolaj Gogol e dall'omonima opera buffa di Dmitrij Šostakovič

Produzione: ANDREY KHRZHANOVSKIY

Distribuzione: DOUBLE LINE, LO SCRITTOIO

Su di un aereo viaggiano il regista Khrzhanovsky e diverse altre personalità del mondo culturale russo. Parlando con un amico, Khrzhanovsky rievoca la storia de Il naso, celebre racconto surreale di Nikolaj Vasil’evič Gogol’. Attraverso l’omonima trasposizione operistica di Dmitrij Šostakovič, facciamo così la conoscenza dell’assessore di collegio Kovalev, il quale una mattina si risveglia senza naso per poi scoprire che questi ha assunto vita propria trastullandosi per le strade di Pietroburgo con il titolo di “Maggiore”. Ma la vicenda di Gogol’ si interseca con quella dello scrittore Michail Bulgakov e della sua improbabile amicizia con Stalin, sbocciata a seguito di una lettera inviatagli in un momento di frustrazione artistica, e con la crociata del dittatore contro “i formalisti” dell’arte.

 

"STUPORE E RICORDO SI MISCHIANO SENZA STEREOTIPI IN UN CINEMA D'ANIMAZIONE DAL FORTE IMPATTO EMOTIVO" (
MYmovies)
 
"Ne Il naso, c’è una combinazione di genere, tecnica, stilistica ed estetica che mette insieme epoche diverse: la Pietroburgo di Gogol’ a tratti assume sembianze della realtà sovietica o della Russia di Putin. È una dimensione polifonica che in gran parte ha preso vita dall’intuizione, nella ricerca espressiva durante la fase concreta del lavoro. Così ho inserito sentinelle contemporanee nella Cattedrale di Kazan’ e messo telefoni cellulari nelle mani delle signore tra il pubblico. E all’ultimo momento ho pensato che sarebbe stato interessante imbrigliare i trasportatori di chiatte del dipinto di Repin all’equipaggio del Naso, mentre la folla del dipinto di Surikov La boiarda Morozova lo avrebbe salutato con la mano. Volevo che le immagini fossero il più dense possibile di dettagli e di sorprese. Nulla era premeditato in questo senso, spesso non riuscivo a immaginare l’aspetto di una scena prima che fosse finita. Il film si è costruito lungo un percorso durato molti anni, un’esplorazione straordinaria con una troupe straordinaria" (Andrey Khrzhanovsky)
 
" È un cinema colto, sì, e alto, altissimo, perché dialoga con un panorama culturale complesso ed enciclopedico, compendio e al contempo analisi del carattere russo così com’è stato filtrato, mediato, sublimato, parodiato, sviscerato dai suoi artisti nel corso degli ultimi secoli. Che trova la sua forma compiuta nella sperimentazione di un patchwork che mette insieme i disegni a mano e gli inserti in live action, le figure ritagliate e i materiali d’archivio, seguendo il flusso musicale, il montaggio attrattivo, la potenza immaginifica.
In tre atti, anzi tre sogni, Il naso chiede allo spettatore di non affidarsi a una bussola ma di farsi accompagnare in una cavalcata non rettilinea (impossibile orientarsi in tutta la teoria di riferimenti storico-critici), costeggia l’onirico per incidere sul reale, omaggia i pionieri delle avanguardie per leggere il presente e anticipare il futuro. Sul finale, i volti si moltiplicano: sono gli artisti, gli anticonformisti, perseguitati e talvolta giustiziati dal regime staliniano.
Più militante di così.
" (Cinematografo)
 
 
 
 
 
 

 

 

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