"UNA VITA SOSPESA NARRATA SENZA NASCONDERE LA FRAGILITÀ E LA COMPLESSITÀ DEL RACCONTO" (MYmovies)
L’intera vita trascorsa in carcere, 50 anni di detenzione di cui gli ultimi 13 senza vedere il mondo esterno, hanno fatto di Alberto un uomo solo, senza contatti estranei al mondo criminale. La libertà ormai prossima lo strapperà al suo universo noto. Saprà inventarsi un modo di essere libero? Come lo avranno preparato a questo momento così delicato i tanti anni di correzione istituzionale? Il gioco filmico dell’autorappresentazione, frutto del patto nato dalla lunga relazione col regista, lo porterà a misurarsi con la propria condizione esistenziale e a riconoscersi senza infingimenti. Così come accadrà, per la dinamica degli infiniti rimandi, al regista ed al pubblico che si troveranno di fronte a lui.
" Il racconto può essere lo strumento giusto per affrancare e rendere inafferrabile un ribelle? Questo documentario di creazione vuole indagare se e come, nella vita reale del suo protagonista, la narrazione filmica può offrire una via libera allo sguardo di un fuorilegge ribelle, finora costretto ad un'esistenza confinata tra delinquenza e detenzione. L’incontro con la telecamera (e con il regista) vuole essere per lui e, contemporaneamente, per lo spettatore, l’occasione di una duplice relazione: con la realtà esterna di un mondo da ri-conoscere da un lato e dall’altro con la sua privata realtà personale, da ascoltare prima ancora che da giudicare. Questo film non ricostruisce la vicenda giudiziaria del protagonista, non denuncia le condizioni di vita nel carcere, è invece uno strumento di indagine per l’identità del protagonista e, attraverso di lui, per quella del nostro presente, per chiederci senza indulgenza: di cosa è fatta la libertà?" (Il regista Manuel Coser)