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FIGLI DELL'URAGANO


DOMENICA 31/5

► ORE 21.00

 

 

Regia, Fotografia, Montaggio: Lav Diaz

Durata: 143'

Colore: B/N

Genere: DOCUMENTARIO

Produzione: SINE OLIVIA PILIPINAS, DMZ DOCS

Distribuzione: ZOMIA CINEMA/MALASTRADA FILM

 

Le Filippine sono la nazione a maggiore rischio tornado al mondo: ogni anno sono colpite da più di venti tempeste tropicali. Nel 2013 il tifone Yolanda ha scatenato tutta la sua potenza sull'arcipelago asiatico, lasciandosi alle spalle scenari di distruzione apocalittica.

Lav Diaz si è lanciato per le strade devastate dalla tempesta dove i bambini continuano a giocare tra le macerie.

 

"DIAZ MOSTRA L'INARRESTABILE CREATIVITÀ E CAPACITÀ DI ADATTAMENTO NON PASSIVO ALLA REALTÀ DEI BAMBINI" ('mymovies')

"Va detto che chi lo vede non deve aspettarsi di restare nella sua zona di 'comfort' cinematografico. Fotografato in bianco e nero, fatto di poche, lunghissime inquadrature perlopiù fisse, il cinema di Diaz è un'unica interpellazione allo sguardo dello spettatore: puro cinema, o cinema allo stato puro." ('La Repubblica')


"La visione de 'I figli dell'uragano' è (...) una opportunità importante, soprattutto per chi ancora non ha avuto occasione di potersi confrontare con uno dei maggiori autori contemporanei, che ha scosso, con la propria urgenza espressiva, capace di declinare la condizione di pochezza produttiva in una risorsa di inediti radicalismi formali - contenti in sé i più diversi regimi di scrittura e di rappresentazione - il panorama cinematografico mondiale. La cognizione e l'elaborazione, formale, del dolore (quello di una popolazione falcidiata da catastrofi naturali e politiche - il colonialismo spagnolo e americano prima, e la dittatura di Marcos e successori poi) sono il fulcro del cinema di Lay Diaz. È il dolore a esigere che venga lasciata una traccia di sé. Solo salvandola dall'oblio del silenzio è possibile dare alla sofferenza un'occasione di riscatto, facendo di questa testimonianza.(...) Il regista conosce il fatalismo della propria cultura (...), però in 'I figli dell'uragano', senza alcuna enfasi retorica, concentra tutto l'impianto filmico attorno ai sussulti di inconsapevole ed eroica vitalità dei bambini. Del resto ai loro occhi, come scrive Elsa Morante in 'Il mondo salvato dai ragazzini', «in sostanza e verità tutto questo non è nient'altro che un gioco»." ('Il Manifesto')

 

 

 

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