PARLATE A BASSA VOCE

 

GIOVEDI 30/3
► ORE 18.20

 

PRIMA VISIONE IN ESCLUSIVA

 

 

Soggetto Titti Santini e Esmeralda Calabria
Sceneggiatura regia e montaggio Esmeralda Calabria
Collaborazione alla regia Mirko Pincelli
Aiuto regia Silvia Jop

Cast Redi Hasa Ekland Hasa, Meteli Hasa e Afërdita, Hasko Hasa, Edmond Budina
Xhavit Lohja, Bojken Lako, Gjetë Gjoni e la sua famiglia Preng, Mrikë, Gjergj, Rita Gjeka, Arjan Çela e la sua famiglia
Coro Jehona, Irini Qirjako, Irena Saraci, Sabahet Vishnja,Fiqirete Kapaj, Nevila Matja, Alessia, Merepeza e con BandAdriatica

Musiche originali Redi Hasa
Fotografia Mirko Pincelli Mattia Epifani
Suono presa diretta Michele Leucci
Montaggio del suono Antonio Giannantonio
Mix Alberto Bernardi
Color grading Ercole Cosmi
Produzione esecutiva Akifilm Giorgia Pirillo
Organizzatrice Donatella Altieri
Coordinamento produzione Albania Adele Budina
Prodotto da Titti Santini Esmeralda Calabria
Produzione Akifilm

Ponderosa Music Records con il contributo di MIC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo Unione Europea,

Regione Puglia, POR Puglia FESR FSE 2014/2020, Fondazione Apulia Film Commission

Nazionalità Italiana
Anno 2022
Location Puglia e Albania
Lingua Italiano e albanese sottotitolato
Durata ‘84
Formato DCP colore 2:39

Distribuzione Italia Satine Film

 

 

 

Esmeralda Calabria sfida i preconcetti per restituire dignità alla memoria. Con coraggio squarcia un velo sull’Albania, uno dei paesi a noi più vicini ma a noi più sconosciuti. Parlate a bassa Voce riflette lo sguardo attento e originale dell’autrice che con grande sensibilità ci porta oltre l’Adriatico e, per la prima volta, con una cifra stilistica personalissima allontana dal nostro ricordo le immagini indelebili dei barconi, a cui leghiamo nell’immaginario collettivo l’Albania. A partire da una fotografia sull'Albania di oggi, con uno sguardo rivolto a quella di ieri, ne emerge il ritratto di un popolo elegante e fiero della propria cultura. Parlate a bassa Voce sfida i pregiudizi e ci fa capire come la memoria è qualcosa con cui fare sempre i conti. Se in quel paese ci fosse stata libertà di parola sarebbe potuto essere un luogo ideale di coesistenza virtuosa di arte e cultura?

 

"BRAVA E PRECISA, CALABRIA CI MOSTRA QUELLO CHE C'È DIETRO L'EMIGRAZIONE E LO STEREOTIPO ALBANESE"

(MYmovies)

 

"L’Albania evoca barconi, disperazione, povertà, fuga e paura, ma il viaggio delle persone con cui abbiamo parlato non appartiene a questo paesaggio. Si muovono in una prospettiva diversa, cercano parole nuove per raccontarsi e dare un senso alla propria storia; aspirano ad uscire da una gabbia interpretativa, rivendicano un diritto a guardare con tenerezza alla loro gioventù, a bassa voce raccontano di vite vissute nella paura, ma vogliono anche salvare qualcosa. Perché qualcosa da salvare c’è sempre, la gioventù, una canzone, l’istruzione, il comunismo come ideale. “Parlate a bassa voce” è il frammentario tentativo di raccontare quel sentimento che non accetta, come unica via d’uscita, di dimenticare, rimuovere il passato, nascondere la vergogna e accettare un futuro senza condizioni perché niente può essere peggiore di quello che è stato. E non è consentito nemmeno essere troppo schizzinosi di fronte alle nuove ingiustizie della giovane democrazia, non se ne ha il diritto. Non si può pretendere di raccontare tutto, ma aprire delle finestre, entrare e uscire. La macchina da presa si muove con continue correzioni di rotta, cancellature, omissioni, episodi accaduti sul momento e, in alcuni casi, una vera e propria messa in scena, costruita, volutamente artificiosa, per cercare un’impossibile sintesi. Redi Hasa ci accompagna in questo viaggio, la sua musica ricompatta lo sguardo, assolve tutti nella compassione per un’allucinazione collettiva, si sente parte di questa storia anche lui, anche se qualcosa è perduto per sempre, non si ritorna più veramente; ci si affaccia sul proprio passato, ma si rimane, appunto, affacciati, distanti. La sua musica getta qualche seme in profondità, restituisce ciò che la terra gli ha dato e aggiunge qualche preziosa scoperta fatta nell’altro mondo. O meglio nel mondo dall’altra parte del mare."

(La Regista Esmeralda Speranza)

 

 

 

 

 

 

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