VERA 
 
GIOVEDI 30/3
► ORE 21.15
 
VENERDI 31/3
► 21.30
 
SABATO 01/4
► ORE 18.30*
*ALLA PRESENZA DELLA REGISTA TIZZA COVI E DELL'ATTRICE VERA GEMMA

DOMENICA 02/4
► ORE 18.15

● PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIORE REGIA E MIGLIORE ATTRICE A VERA GEMMA
ALLA 79. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2022)
 
● FILM DELLA CRITICA SNCCI
 
PRIMA VISIONE IN ESCLUSIVA
 

 

Regia: Tizza Covi, Rainer Frimmel

Attori: Vera Gemma, Daniel De Palma, Sebastian Dascalu, Annamaria Ciancamerla, Walter Saabel

Sceneggiatura: Tizza Covi

Fotografia: Rainer Frimmel

Montaggio: Tizza Covi

Suono: Tizza Covi

Durata: 115

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: TIZZA COVI E RAINER FRIMMEL PER VENTO FILM

Distribuzione Wanted

 


Vera vive all’ombra di un padre famoso, il carismatico attore Giuliano Gemma, ereditando il look western di tanti suoi personaggi. Stanca della propria vita e delle proprie relazioni superficiali, vaga nell’alta società̀ romana. Quando, in un incidente automobilistico in una zona di periferia, ferisce un bambino di otto anni, inizia con lui e con suo padre un’intensa relazione. Ma presto si rende conto che, anche in questo mondo, lei non è che uno strumento per gli altri. Lo sguardo sensibile dei documentaristi Tizza Covi e Rainer Frimmel rende il ritratto di Vera intimo e profondo. Una donna protagonista di un affresco a cavallo tra documentario e finzione che scava nelle pieghe più nascoste della sua vita pubblica e privata.

 

"A METÀ FRA IL DOCUMENTARIO E LA FINZIONE, UN FILM PASOLINIANO

CHE RACCONTA CON ONESTÀ QUASI NEOREALISTA LO SGUARDO AFFOSSATO DI VERA "

(MYmovies)

 

"Vera ci ha affascinato andando oltre l’apparenza. Quando l’abbiamo vista per la prima volta ci siamo detti: «Ma chi è questa?» e non siamo stati molto simpatici con lei. Due settimane dopo ci siamo ritrovati a una cena insieme e l’abbiamo trovata incredibile, sincera, divertente, colta. Ci siamo chiesti come mai giudicassimo ancora dalle apparenze. Abbiamo visto che tutti la giudicano dalle apparenze e ci è sembrata una cosa molto ingiusta. Abbiamo cominciato a trovarci con Vera e a stabilire un’amicizia. L’abbiamo conosciuta nel 2015, è stato un lungo conoscersi. Ci sembrava una cosa importante, dopo anni di lavoro, avere una protagonista come lei. Per noi Vera è una donna molto forte, al contempo debole come ogni persona che sta cercando l’amore perché sta cercando una cosa che è molto difficile da trovare."

(I Registi Tizza Covi e Rainer Frimmel)

 

"Sempre attratti da un mondo di natura circense e da una dimensione di decadenza, i registi Rainer Frimmel e Tizza Covi trovano in Vera, personaggio che dà il titolo al loro ultimo film presentato a Orizzonti, il paradigma della loro poetica. Vera Gemma, già il nome dice tutto, è la figlia di Giuliano Gemma, icona del cinema italiano. Nel raccontare la sua vita, il film tratta dello status triste di figlio d’arte, del divario tra il mondo rampante dello spettacolo e i borgatari romani, e della decadenza assoluta, quella del cinema, che non è più quella fabbrica dei sogni dell’epoca di Giuliano Gemma." (Quinlan) 
 
"Vera è cinema del reale che approda alla fiction in virtù del coefficiente di autenticità garantito dai personaggi in campo, materia ordinata dentro uno schema narrativo che, sì, specialmente nella seconda parte conduce la storia e i suoi abitanti su binari meno imprevedibili, anche per far quadrare i conti e dimostrare la tesi di autori e attrice. Ma la scrittura non è una trappola e permette a questo film piccolo, eccentrico e sorprendente di ritagliarsi momenti di grande impatto, come la puntata al cimitero acattolico in cui Vera e la sua amica del cuore Asia Argento si trovano al cospetto della tomba del figlio di Goethe, un senza nome, ridotto a essere per sempre subordinato al padre e alla sua fama (“Un monito per tutti noi figli di”)." (Cinematografo)
 
"Già l’incipit è straordinario. La protagonista si avvia verso un locale, seguita dalla macchina da presa, in un pedinamento che sembra stare a metà tra il documentario e certo cinema americano anni ’70/’80. Là davanti, una cantante – Arisa, per inciso – sta facendo delle foto con alcuni fan. Poi saluta tutti e se ne va. E Vera prende il suo posto, si mette in posa per i fotografi e si concede pochi istanti di glamour. Per poi rituffarsi nel buio delle cose, fino al termine della notte. C’è già tutto. (…) Inseguendo il personaggio di Vera Gemma, tra i piani scivolosi, mai perfettamente comprensibili, della verità e dell’immaginazione, Tizza Covi e Rainer Frimmel raccontano la fatica della costruzione di un’identità, oltre le eredità sperperate, il debito dei legami, i grovigli da psicoanalisi, oltre la gente intorno, quella “che come un gufo vuole guardare”, sfruttare e giudicare. E c’è un che di meravigliosamente naïf nel modo in cui i due registi sparigliano le carte (…) Quasi a voler riportare il cinema all’umiltà di un grado zero, dove tutto è tentativo. (…) Ma, alla fine, è tutto un momento fluido in cui l’osservazione diventa attenzione e cura. E l’invenzione è la chiave che scopre il lato nascosto del quotidiano. Fatto di miserie, certo. Ma anche di bellezze profonde, vere oltre ogni possibile trucco" (Sentieri Selvaggi)

 

 

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