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UN VALZER TRA GLI SCAFFALI
 

SABATO 28/3

► ore 18.00

 

PREMIO DELLA GIURIA ECUMENICA (CONCORSO) E PREMIO GUILD FILM AL 68. FESTIVAL DI BERLINO


 

 

Regia: Thomas Stuber
Attori: Franz Rogowski - Christian, Sandra Hüller - Marion, Peter Kurth - Bruno, Henning Peker - Wolfgang, Sascha Nathan - Johnny, Ramona Kunze-Libnow - Irina, Andreas Leupold - Rudi, Michael Specht, Robert Carlo Ceder - Apprendista, Gerdy Zint - Tino
Soggetto: Clemens Meyer - (romanzo)
Sceneggiatura: Thomas Stuber, Clemens Meyer
Fotografia: Peter Matjasko
Montaggio: Kaya Inan
Scenografia: Jenny Rösler
Arredamento: Maria Klingner
Costumi: Juliane Maier, Christian Röhrs
Effetti: Stephan von Tresckow, Sebastian Göhs
Suono: Christoph Schilling

 

Christian inizia a lavorare come impilatore in un supermercato e si ritrova in un nuovo mondo sconosciuto: le corsie infinite, l'ordine eterno dei magazzini, i meccanicismi surreali dei carrelli elevatori. Il suo collega Bruno, del reparto bevande, lo prende sotto la sua ala mostrandogli tutti i trucchi del mestiere e diventa presto un amico paterno. A Marion del reparto pasticceria piace far ridere e scherza con Christian. Quando lui si innamora di lei l'intero magazzino fa il tifo. Ma Marion è sposata, sebbene sia infelice. Quando all'improvviso lei va in congedo per malattia. Christian cade in un buco profondo, così profondo in realtà, che la sua miserabile vecchia vita minaccia di inghiottirlo ancora una volta.

 

 

LA POESIA DEL QUOTIDIANO NELLA PROVINCIA TEDESCA TRA MONOTONIA, GRIGIORE E SQUALLORE (mymovies)

 

"Molto amato dal pubblico della Berlinale 2018, dove ha vinto il premio della Giuria Ecumenica, 'Un valzer tra gli scaffali' è un film che non somiglia a nessun altro; salvo, forse, ad alcuni di Aki Kaurismaki. (...) Adattato da un breve racconto, il film del tedesco Thomas Stuber è una commedia romantica che non ambisce a rivelarti la poesia rassegnata delle piccole cose quotidiane. Un'operina dal sapore dolceamaro, dove puoi trovare tenerezza ma anche malinconia, temperata alla fine da un po' di ottimismo della volontà." ('La Repubblica')

 

"'Un valzer tra gli scaffali' è un film da scoprire nella sua serena carica malinconica di quotidianità ed è un titolo da prendere alla lettera (...) Terzo film di Thomas Stuber, applaudito alla Berlinale, è una scommessa vinta per la dolcezza mai sdolcinata con cui viaggia in luoghi che ci danno sicurezza di commercio e di vita che continua. Ma nel ricco reparto invisibile del film si vedono delusioni, tentativi sentimentali e introspezioni del personale (col «posto» fisso di Olmi), e anche sommosse nevrotiche tutte tedesche. Niente giudizi, né tanto meno accuse anticapitalistiche al luogo simbolo del commercio (ogni riferimento alla Metro non è casuale); se mai un tenero cinismo alla Kaurismäki per dirci che la vita è quello che è ma che nel fruscio di un elevatore si può sentire quello delle onde del mare, quello del finale dei '400 colpi' di Truffaut." ('Il Corriere della Sera')

 

 

 

 

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