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L'UFFICIALE E LA SPIA

 

VENERDI 17/01

► ore 15.30


DOMENICA 19/01

► ore 16.30

 

 LEONE D'ARGENTO ALLA 76. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2019)

 

Regia: Roman Polanski
Attori: Jean Dujardin - Marie Georges Picquart, Louis Garrel - Alfred Dreyfus, Emmanuelle Seigner - Pauline Monnier, Grégory Gadebois - Comandante Joseph Henry, Hervé Pierre della Comédie Française (Hervé Pierre) - Generale Charles-Arthur Gonse, Didier Sandre della Comédie Française (Didier Sandre) - Generale Raoul Le Mouton De Boisdeffre, Wladimir Yordanoff - Generale Auguste Mercier, Mathieu Amalric - Alphonse Bertillon, Damien Bonnard - Jean-Alfred Desvernine, Eric Ruf della Comédie Française (Eric Ruff) - Colonnello Jean Sandherr, Laurent Stocker della Comédie Française (Laurent Stocker) - Generale Georges De Pellieux, Michel Vuillermoz della Comédie Française (Michel Vuillermoz) - Colonnello Armand Du Paty De Clam, Vincent Grass - Generale Jean-Baptiste Billot, Denis Podalydes della Comédie Française (Denis Podalydès) - Maître Edgar Demange, Vincent Perez - Louis Leblois, Melvil Poupaud - Maître Fernand Labori, Laurent Natrella della Comédie Française (Laurent Natrella) - Ferdinand Walsin Esterhazy
Soggetto: Robert Harris (II) - (romanzo)
Sceneggiatura: Robert Harris (II), Roman Polanski
Fotografia: Pawel Edelman
Musiche: Alexandre Desplat
Montaggio: Hervé de Luze
Scenografia: Jean Rabasse
Arredamento: Philippe Cord'homme
Costumi: Pascaline Chavanne
Effetti: Yves Domenjoud
Altri titoli: An Officer and a Spy
Durata: 126'
Colore: C
Genere: DRAMMATICO, STORICO, THRILLER
Specifiche tecniche: DCP
Tratto da: romanzo "L' ufficiale e la spia" di Robert Harris (ed. Mondadori)
Produzione: ALAIN GOLDMAN PER LEGENDE, R.P. PRODUCTIONS, ELISEO CINEMA, RAI CINEMA, IN COPRODUZIONE CON GAUMONT, FRANCE 2 CINEMA, FRANCE 3 CINEMA, KINOPRIME FOUNDATION, KENOSIS, HORUS MOVIES, RATPAC
Distribuzione: 01 DISTRIBUTION

 

Gennaio del 1895, pochi mesi prima che i fratelli Lumière diano vita a quello che convenzionalmente chiamiamo Cinema, nel cortile dell'École Militaire di Parigi, Georges Picquart, un ufficiale dell'esercito francese, presenzia alla pubblica condanna e all'umiliante degradazione inflitta ad Alfred Dreyfus, un capitano ebreo, accusato di essere stato un informatore dei nemici tedeschi. Al disonore segue l'esilio e la sentenza condanna il traditore ad essere confinato sull'isola del Diavolo, nella Guyana francese. Un atollo sperduto dove Dreyfus lenisce angoscia e solitudine scrivendo delle lettere accorate alla moglie lontana. Il caso sembra archiviato. Picquart guadagna la promozione a capo della Sezione di statistica, la stessa unità del controspionaggio militare che aveva montato le accuse contro Dreyfus. Ed è allora che si accorge che il passaggio di informazioni al nemico non si è ancora arrestato. E se Dreyfus fosse stato condannato ingiustamente? E se fosse la vittima di un piano ordito proprio da alcuni militari del controspionaggio? Questi interrogativi affollano la mente di Picquart, ormai determinato a scoprire la verità anche a costo di diventare un bersaglio o una figura scomoda per i suoi stessi superiori. L'ufficiale e la spia, adesso uniti e pronti ad ogni sacrificio pur di difendere il proprio onore.

 

"UN'OPERA DALL'IMPIANTO CLASSICO CHE TROVA LA VIA DEL GRANDE SCHERMO IN UN MOMENTO STORICAMENTE GIUSTO" ('mymovies')

 

"Attraverso la rivisitazione del caso Dreyfus, che sconvolse l'opinione pubblica sul finire dell'Ottocento, Polanski aggiunge un altro tassello al suo meraviglioso cinema solo apparentemente "classico": la coraggiosa opposizione dell'ufficiale Picquart alle menzogne del Potere diventa l'occasione, filmicamente perfetta, di tramutare gli errori della Storia in un'opportunità morale per la nostra contemporaneità." (Motivazione alla nomina di FILM DELLA CRITICA SNCCI- DICEMBRE 2019)

 

“L’ufficiale e la spia” è un film perfetto, come se ne vedono di rado. Un film appassionante, a cominciare dalla sceneggiatura di Richard Harris, che su suggerimento di Polanski aveva raccontato la vicenda nel libro con lo stesso titolo (Mondadori). Magnifica la regia, i costumi, gli arredi, gli scorci di strade dove passa sempre qualcuno. Le divise, le barbe, i baffi, i duelli sono di sublime realismo: non c’è scena che suoni falsa o costruita." ('Il Foglio')

 

"Polanski gira un filmone intrigante e in certi momenti perfino calligrafico nei dettagli come non faceva da anni, zeppo di star francesi tutte impettite e in delirio performativo" ('Il fatto quotidiano')

 

"L’ufficiale e la spia – Roman Polanski torna a firmare un grandissimo film, incentrato sul celebre Affare Dreyfus, ma con tanti riferimenti anche alla sua storia personale. Una lezione di cinema da parte di uno dei registi che ha fatto la storia della settima arte, valorizzata dall'ottima prova di un cast in piena forma e da un ritmo narrativo invidiabile." ('Il Sole 24 Ore')

 

"“L’ufficiale e la spia” è magnifico." ('L'Espresso')

 

"L’impermanenza della verità. È questo uno dei nodi centrali de L’ufficiale e la spia (in originale J’accuse), nuovo film di Roman Polanski volto a rivelare il malsano intreccio tra errore giudiziario, politica, poteri forti (militari, tra l’altro) e antisemitismo che caratterizzò il famigerato Affaire Dreyfus. L’ufficiale e la spia non è semplicemente una ricostruzione storica, né un film di denuncia, e nemmeno la storia di una grande amicizia, come il titolo italiano sembra suggerire. Polanski inscena piuttosto una sorta di rigoroso film-inchiesta nelle stanze del potere, dove tra le pieghe dei serrati dialoghi e la polvere dei dossier militari emergono gradualmente incongruenze e verità, si disvelano omissioni, falsificazioni di documenti, intrighi. E il regista di origine polacca non ha certo perso con l’avanzare dell’età il dono della sottile e colta metafora, per cui ecco che in una breve sequenza, di fronte al rifacimento romano di una statua greca, ci tiene a esporre correttamente la fondamentale differenza tra un falso e una copia. E sarebbe poi un errore a dir poco grossolano confondere il rigore investigativo del film con la staticità, quello splendido duello a spade sguainate sta lì, verso l’epilogo del film, nella sua abbacinante e questa volta sanamente catartica ritualità, a rammentarci come un momento di pura regia e pura performance fisica (davvero sorprendente l’interpretazione di Dujardin nel suo complesso) sia in grado di restituire la verità e l’essenza di un evento quanto della sua messinscena. Ciechi in piena luce, non possiamo far altro che attendere che un puzzle dai frammenti laceri, fatto di falsi e menzogne si componga per noi, nella consapevolezza che non sarà l’ultima volta: la verità e la giustizia ogni tanto trionfano, ma quel trionfo è solo un breve intermezzo nella Storia." ('QUINLAN')

 

"Il cinema come strumento di conoscenza degli eventi è una delle risposte più forti, un mezzo potente per poter gestire e risolvere l'ignoranza. Il caso Dreyfus è annunciatore di quello che è accaduto dopo, in particolare l'Olocausto, credo che i film con questa importanza possano far riflettere i nostri figli e un personaggio come quello di Picquard, vero eroe del caso Dreyfus, dà speranza alle generazioni future nella ricerca verso la verità". ('Il produttore Alain Goldman')

 

"Ci sono storie che è sempre utile ricordare, come quella del cap. Dreyfus, umiliato e offeso nella belle èpoque solo perché ebreo. Il potere combina sempre arroganza e menzogna e non cambia nel tempo. Il caso fece discutere la Francia, Zola in testa ma anche Proust ed ora Polanski lo fa rivivere con una potenza narrativa esemplare che restituisce al grande cinema la sua carica morale. Da vedere." ('corriere della sera')

 

 

 

 

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