IL SEGRETO DELLA MINIERA

 

GIOVEDI 31/10

► ore 19.45

 

VENERDI 01/11

► ore 21.35

 

SABATO 02/11

► ore 21.30

 

DOMENICA 03/11

► ore 19.45


CON IL PATROCINIO DI AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA

PRIMA VISIONE ESCLUSIVA

 

- Miglior Regista, Miglior Attore e Miglior Montaggio al Festival of Slovenian Film, Portoroz.
- Menzione Speciale al Miglior Film e Menzione speciale della giuria ecumenica al Warsaw International Film Festival.
- Premio della giuria giovani al Trieste International Film Festival.
- Film portatore di un messaggio di pace, Premio della Critica e Premio Migliore Attore al FAJJR International Film Festival di Teheran.
- Miglior Fotografia al SEE Fest, Los Angeles.
- Migliore Attore all’Orenburg Film Festival, Russia.
- Miglior Film sulle Alpi e Premio della giuria Microcosmo dei detenuti della prigione di Verona al Film Festival della Lessinia, Italia.
- Terzo premio al Miglior Regista all’International Film Festival of Film Directing Leskovac, Serbia.
- Miglior Regista e Miglior Film all’Alexandria Mediterranean Countries Film Festival.
- Miglior Film al Tuzla International Film Festival.
- MIglior Film e Premio del Pubblico all’Al Este International Film Festival Buenos Aires.

 

Regia: Hanna Slak
Attori: Leon Lucev - Alija Basic, Marina Redzepovic - Fuada Basic, Zala Djuric - Elma Basic, Boris Cavazza - Lojze, Matej Abrahamsberg - Piccola Alija, Lara Andrejevic - Mirsada, Jure Henigman - Manager Kamnik, Tin Marn - Samir, Nikolaj Burger - Tom
Sceneggiatura: Hanna Slak
Fotografia: Matthias Pilz
Musiche: Amélie Legrand - (colonna sonora)
Montaggio: Vladimir Gojun, Hanna Slak
Scenografia: Adriana Furlano
Costumi: Tina Bonca
Suono: Grega Svabic
Altri titoli: The Miner
Durata: 103'
Colore: C
Genere: BIOGRAFICO, DRAMMATICO, STORICO
Produzione: SINISA JURICIC, MIHA KNIFIC PER NUKLEUS FILM, IN COPRODUZIONE CON RADIOTELEVIZIJA SLOVENIJA
Distribuzione: CINECLUB INTERNAZIONALE DISTRIBUZIONE (2019)

A un minatore della Slovenia centrale viene assegnato un compito: riaprire e ispezionare un vecchio tunnel per consentire all'impresa privata, proprietaria della miniera, di chiuderlo definitivamente. Ma abbattendo via via le barriere di roccia e mattoni presenti all'interno del tunnel scoprirà molto di più: un segreto che non doveva scoprire e che gli impongono di riseppellire... Basato sulla storia vera del minatore Mehmedalija Alic, che disobbedì per scoprire uno scomodo segreto.

LA STORIA
Nel marzo 2009, Mehmedalija demolì l’undicesima e ultima barriera nella miniera di Huda Jama sopra Laško, dove era stato mandato per una missione speciale dall’amministrazione delle
miniere di Trbovlje-Hrastnik: eliminare i pettegolezzi persistenti sulla miniera chiusa da tempo contenente i resti di migliaia di vittime di esecuzioni dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Quando Mehmedalija, che a quattordici anni emigrò dalla Slovenia lasciando le verdeggianti colline attorno a Srebrenica, mise piede per la prima volta nelle gallerie abbandonate, non conoscendo ancora il capitolo oscuro della recente storia slovena. Quello di cui invece era perfettamente consapevole era la pulizia etnica attuata durante le guerre dei Balcani – il genocidio da parte dei serbi della popolazione bosniaca di Srebrenica durante il quale Alić perse tutta la sua parentela diretta maschile, e il processo politico noto come “The erased”, una pulizia burocratica commessa dalla Slovenia indipendente durante la quale il Ministro degli Affari Interni il 26 febbraio 1992 ha trasformato tutto ad un tratto 671 persone, fino ad allora iscritte nel registro dei residenti permanenti, in cittadini illegali.
Scendendo nel cuore di Huda Jama (o la miniera crudele come viene chiamata in Slovenia) Mehmedalija scoprì rapidamente che la sua non era una missione normale. Scavò, trapanò e strisciò per arrivare alla verità, un passo alla volta, dal primo scheletro trovato in uno stretto passaggio, bloccato in un tentativo apparente e vano di fuga disperata, fino alle migliaia di corpi
mummificati impilati nel pozzo di Santa Barbara, sigillati dietro 11 barriere ermetiche dalle precedenti autorità della Jugoslavia comunista, che avevano cercato di cancellarli dalla storia.

IL SEGRETO DELLA MINIERA - NOTE DI REGIA
“Quando ho letto l’articolo su Mehmedalija nel luglio 2010, sono rimasta profondamente colpita. Mi sono detta che era una storia fatta per un film. Ma prima dovevo ascoltarla di persona” racconta la regista e sceneggiatrice Hanna Slak. Due settimane dopo quel fatale luglio, Hanna stava già prendendo un caffè con la famiglia Alić nella piccola città di Zagorje, ascoltando tutte le sfumature e i ricordi della vita del minatore che viene dai sobborghi di Srebrenica. “Abbiamo parlato per circa cinque ore. Mi ha trasmesso immagini, emozioni, memorie, terrore, disperazione, speranza. Il suo racconto mi ha lasciato senza parole. Alla fine gli ho chiesto in quale Dio credesse. Ci ha pensato un po' e poi ha detto che credeva in me. In quel momento ho preso un impegno, era come se mi avesse detto: questi sono i documenti, queste le foto, qui c’è tutta la verità, ora è il tuo turno” continua Hanna, autrice di diversi film e documentari, che vive e lavora da tempo a Berlino e che per girare Il segreto della miniera è tornata in Slovenia, nel suo Paese. “Il minatore Mehmedaliha Alić è riuscito in un’impresa impossibile. Come regista, sceneggiatrice e narratrice, mi sono ritrovata davanti al compito di raccontare la sua storia. Quando ho sentito per la prima volta delle scoperte di Huda Jama e delle 4000 persone uccise segretamente nella miniera e sepolte ancora lì dopo 60 anni, ero sconvolta. Ci sono state molte discussioni a proposito della scoperta, ma sono state sempre strumentalizzate dalla politica. La mia angoscia cresceva perché mi rendevo conto che qualcuno mi stava nascondendo una verità giudicata troppo terribile. Poi ho ascoltato Mehmedalija che raccontava la storia e mi sono trovata davanti un uomo che non aveva paura di guardare la verità dritta negli occhi e che si comportava con coerenza. Le sue parole hanno lenito la mia angoscia. Era orribile ma non avevo più paura. Ed è così che ho voluto raccontare la sua storia” ha proseguito la regista Hanna Slak sul set presso la miniera di Mežica. “Non ero interessata alla discussione storica, alla ricostruzione del passato, alle opinioni di autorità ed esperti. Tutti questi aspetti sono stati fondamentali per la ricerca preliminare, ma il mio interesse primario risiedeva nella figura straordinaria del minatore: la ricerca di se stesso e della verità, il suo viaggio nell’oscurità e la liberazione finale, che era anche la mia”.
Echi, tremori, la riproduzione della galleria di Santa Barbara, un’immagine che si insinua nelle coscienze. La finzione incontra la sua sostanza. Questo non succede spesso nei film. In una
società che osserva la sua storia con gli occhi chiusi, questo significa necessariamente camminare ai margini. Non c’è altro modo. La verità è sempre lì fuori. “Se avessi fatto un documentario su Mehmedalija Alić, avrei fatto un film poetico, intimista, lirico, e questo non sarebbe stato giusto. La finzione è molto più strutturata, logica e disciplinata. È oggettivamente
precisa perché non cerca di esserlo. E inoltre, ha il potere di guarire.
Raccontare storie significa creare e preservare il collettivo. La storia appartiene a chi la ascolta. Ci aiuta a comprendere
l’incomprensibile, a superare il terrore, a trovare coraggio, cercare una soluzione, superare i nostri demoni e continuare ad andare avanti. Le storie ci fanno sopravvivere, ci permettono di
esistere”, ha concluso la regista.

“Il segreto della miniera è un’opera bella e preziosa che, attraverso la battaglia di un coraggioso minatore, ci ricorda il genocidio più veloce della storia - quello di Srebrenica del luglio 1995 - e ci parla dell’importanza della memoria, contro ogni tentativo di cancellarla. E a proposito di cancellati, il film fa luce su un risvolto poco noto del conflitto dei Balcani: quello delle decine di migliaia di cittadini ex jugoslavi che vennero eliminati dai registri anagrafici della Slovenia” (Amnesty International Italia)

 

 

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