YULI 

DANZA E LIBERTA'

 

VENERDI 01/11

► ore 16.20

 

SABATO 02/11

► ore 18.05

 

DOMENICA 03/11

► ore 21.25

- MIGLIOR SCENEGGIATURA SAN SEBASTIAN 2018
A PAUL LAVERTY (SCENEGGIATORE STORICO DI KEN LOACH)

 

 

PRIMA VISIONE IN ESCLUSIVA

 

 

Regia: Icíar Bollaín

Sceneggiatura:Paul Laverty

Attori: Carlos Acosta, Kevyn Martinez, Edison Manuel Olbera Nunez,

Laura De la Uz, Yerlin Perez, Mario Sergio Elias, Andrea Doimeadios

Durata: 109'

Genere: BIOGRAFICO, DRAMMATICO

Distribuzione: EXIT MEDIA

 

L’incredibile parabola di Carlos Acosta, in arte Yuli, una leggenda vivente della danza che da piccolo si rifiutava di ballare. Obbligato dal padre che vuole riscattarlo dalle privazioni che hanno segnato Cuba dopo decenni di embargo, Yuli giunge al successo mondiale divenendo un performer paragonato per grazia e capacità tecniche a miti quali Nureyev e Baryshnikov. Miglior sceneggiatura a San Sebastián per Paul Laverty (storico collaboratore di Ken Loach)

 

" Sono stato onesto con Carlos e con i produttori quando dissi loro che non ero affatto sicuro di riuscire nell’impresa. Non avevo mai affrontato un adattamento prima d’allora e il libro di Carlos, “NoWay Home“, era stato pubblicato 10 anni prima. Sentivo chiaramente che avevamo bisogno di qualcosa di più. Per questo andai a l’Avana a vedere le prove di Carlos con la sua giovane compagnia e stetti due settimane. Visti da vicino mi hanno strabiliato.

Davanti ai miei occhi si muovevano danzatori tra i migliori del mondo, e la loro collaborazione con Carlos aveva qualcosa di davvero speciale.
Allora pensammo, perché non raccontare alcuni passaggi-chiave della sua vita attraverso la danza? E perché no, nel film Carlos potrebbe interpretare se stesso! Approfittiamo di questo suo spaventoso talento! Bisognava veder quei tendini allungarsi e sentire l’odore del sudore… Niente finti passi o attori che impazziscono per imparare qualche movimento in poche settimane. In altre parole, l’imperativo era catturare la maestosità della danza dal vero, in tutta la sua bellezza e disciplina. Non avevo mai visto niente di simile in un biopic, ero sicuro che questo approccio avrebbe costituito una grande sfida anche per Iciar, che si dimostrò subito entusiasta di sperimentare e infrangere nuove frontiere. Potevamo catturare l’indefinibile tra padre e figlio, non solo attraverso la parola, ma anche nel movimento? Potevamo rendere danza le contraddizioni di una carriera di successo? Ma non solo: anche ragionare sull’infanzia di Carlos fu di estrema importanza. Io ho lasciato casa a nove anni e non dimenticherò mai quel nodo alla gola. Carlos nemmeno. Fu quella la chiave che mi aprì la porta per raccontare la storia di una vita così straordinaria. Da lì fu naturale capire che quella era sì la storia di Carlos e della sua famiglia, ma anche di Cuba e del suo popolo. Raccontare questa storia è stato un regalo per me. Osservare Iciar al lavoro con così tanti artisti di inestimabile valore – come Maria Rovira, tanto per fare un nome – è stato a dir poco magico. Per non parlare del brillante apporto del compositore Alberto Iglesias, un talento eccezionale che non smette mai di affascinarmi.”
[lo Sceneggiatore Paul Laverty che ad oggi ha scritto 14 sceneggiature dirette da Ken Loach. “Io, Daniel Blake” (2016), e “Il vento che accarezza l’erba” (2006) hanno entrambi vinto la Palma d’Oro a Cannes. La loro collaborazione include “My name is Joe” (1998, Palma Miglior Attore a Cannes per Peter Mullan), “La parte degli angeli”(2012, Premio della Giuria, Cannes) “Sweet Sixteen” (2003, Miglior Sceneggiatura, Cannes) e “In questo mondo libero…” (2007, Miglior Sceneggiatura, Mostra di Venezia).
Oltre a YULI – Danza e Libertà, Laverty ha scritto altre due sceneggiature per Iciar Bollain: “Tambien la lluvia” (2010, Panorama audience award alla Berlinale) e “El Olivo” (2016), entrambi candidati in rappresentazione della Spagna per la corsa agli Oscar.)

 

" Raccontare la storia di Carlos Acosta mi è sembrato sin dall’inizio l’opportunità di rapportarmi a un mondo di immensa ricchezza drammatica e visiva; inoltre ero entusiasta dal modo in cui lo sceneggiatore Paul Laverty evitava la tipica struttura del biopic.
YULI si occupa di due realtà: il passato, in cui viviamo l’infanzia e la giovinezza di Acosta, e il presente, in cui il ballerino e coreografo lavora con la sua compagnia all’Avana, provando un’opera che racconta la storia della sua vita. Visitiamo i momenti chiave della vita di Carlos sia nelle sequenze di danza contemporanea, che attraverso le prove, in cui Carlos affronta la sua vita e il modo in cui cerca di raccontarla.
Come regista, non potevo sperare d’imbattermi in una storia più affascinante di questa. Tracciare il viaggio di un artista, sin dal suo rifiuto da bambino di imparare il balletto, fino a far coincidere la propria vita con la danza. Il vivere lontano dalla propria famiglia e dagli amici crea una frattura nella vita di Carlos e produce un confronto continuo con suo padre che lo spinse prima a lasciare casa e poi il suo paese, Cuba, per raggiungere la vetta." ( la Regista Icíar Bollaín')

 

"La regista basca Icíar Bollaín porta sullo schermo l’autobiografia di Acosta ‘No Way Home’ replicando nel film la struttura del testo di partenza: lo stesso Acosta è presente in scena come una sorta di narratore interno, commentando la sua vita con alcuni numeri di danza di cui è coreografo o direttamente protagonista. Nella mitologia yoruba e nei culti afroamericani, Yuli è il figlio di Ogun, semidio della guerra e del fuoco: un combattente, un guerriero. Carlos Acosta, oggi ex ballerino alle soglie dei cinquant’anni, nel mondo della danza contemporanea è stato il primo “principal” di colore del Royal Ballet, un guerriero anche lui, un ballerino rivoluzionario.
Il paragone tra il protagonista e la figura mitologica a cui è stato accostato dal padre («Un uomo che mi ha amato alla sua maniera e secondo le sue regole», dice Acosta), è ribadito a ogni passaggio come la principale chiave di lettura del film: Yuli - Danza e libertà è la storia di una battaglia interiore, la conquista del mondo da parte di un eroe di strada. Dai vicoli di L’Havana e dalla breakdance ballata sull’asfalto, Carlos approda alla danza classica e ai grandi palcoscenici; impara a controllare l’esuberanza caratteriale e traduce la potenza esplosiva del suo fisico in una compostezza di estrema eleganza. Il suo percorso conduce dal caos al controllo assoluto, dall’anarchia all’arte"(mymovies)

"Il film di Bollain è un fantastico ibrido tra realtà e finzione. La seconda è tutta nella ricostruzione dell’infanzia del protagonista, che diventa un racconto corale su una qualunque famiglia cubana in un passato non così lontano. L’altra chiave di lettura, invece, è nelle straordinarie scene di ballo che vedono protagonista Yuli, che mette in scena la sua vita durante uno spettacolo. Oltre a una regia rigorosa e pulita, l’opera si fregia di un'ottima sceneggiatura che porta la firma di Paul Laverty, un nome che non ha bisogno di alcuna presentazione.
Ottimo il cast è la fotografia che valorizza allo stesso modo sia la location caraibica che la fredda Londra dove il nostro eroe coronerà la sua carriera grazie al duro lavoro e alle attenzioni della sua maestra e del padre Pedro" ('ecodelcinema')

 

 

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