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OMICIDIO AL CAIRO
 
 
VENERDI 16/03
► ore 18.30

SABATO 17/03
► ore 18.30

DOMENICA 18/03
► ore 16.00
► ore 22.30 (VO)

 

 VINCITORE SUNDANCE 2017 DEL PREMIO DELLA GIURIA

 


Regia: Tarik Saleh
Attori: Fares Fares, Mari Malek, Yaser Aly Maher, Slimane Dazi, Ahmed Seleem, Mohamed Yousry, Hania Amar
Sceneggiatura: Tarik Saleh, Magdi Abdelhadi
Fotografia: Pierre Aïm
Musiche: Krister Linder
Montaggio: Theis Schmidt
Scenografia: Roger Rosenberg
Costumi: Louize Nissen
Effetti: Peter Hjorth, Ghost VFX

 

Egitto, 2011. Alcune settimane prima della Rivoluzione. Una donna testimone di un omicidio in un hotel di lusso e Noredin, un poliziotto mediocre e corrotto a cui viene assegnato il caso. Presto diventa chiaro che le persone importanti della città non vogliono che si faccia luce sull'omicidio. Si innesca così un gioco sanguinario nel tentativo di insabbiare le prove. Ma, quando Noredin sceglie di spezzare le regole per ottenere giustizia, entra in conflitto non solo con il sistema, ma anche con se stesso.

 

 

Il Cairo, Egitto, gennaio 2011. Nouredin è un ufficiale della polizia corrotto come tutti i suoi colleghi.
Chiede denaro per proteggere i commercianti da attacchi delle stesse forze dell'ordine di cui fa parte.
Per le strade intanto iniziano ad avvertirsi i primi segnali di quella rivolta che avrà il proprio fulcro in
piazza Tahrir. Nouredin si trova però impegnato nel caso dell'omicidio, in un hotel di lusso, di una
cantante che gode di una certa notorietà. Una cameriera ha visto tutto e per questo rischia la vita. Il
poliziotto si avvicina pericolosamente al possibile colpevole: un deputato del Parlamento.
Il film di Tarik Saleh, vincitore di un prestigioso riconoscimento al Sundance, provoca a prima vista una
sensazione di nostalgia.
Si tratta del pensiero che corre a quella stagione di cinema di impegno civile che percorse l'Europa tra
fine anni Sessanta e inizio Settanta che ci diede film di grande impatto come ''Z - L'orgia del potere'' e
capolavori come ''Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto'' ma anche una serie di opere, se
vogliamo minori, ma che, particolarmente in Italia, iniziavano a denunciare il lato oscuro dei vari poteri.
Questo film si ispira a un omicidio realmente accaduto nel 2008 di cui risultò colpevole un uomo d'affari
e parlamentare egiziano vicino alla famiglia Mubarak.
Non ci si limita però a ricostruire e romanzare i fatti ma si contestualizza il coté noir in quel clima di
rivolta popolare che è stato semplicisticamente etichettato dai media come 'primavera araba'. Si fa di
più: si mostra una corruzione dilagante che è diventata abitudine quotidiana di fronte alla quale le
coscienze si sono rese impermeabili. È in condizioni simili anche quella del protagonista il quale però
inizia, quasi inconsciamente, a sentire che la misura è colma e che chi detiene il potere non può
sempre pensare di farla franca. Ma ci sono di mezzo i Servizi segreti, l'Egyptian State Security e qui la
produzione ha scoperto di aver toccato un tasto molto sensibile. Anche se si parla del passato, anche
se lo si contestualizza in una fase di cambiamento che avrebbe dovuto portare a una catarsi,
evidentemente non può bastare.
Tanto che un film che ha il Cairo come coprotagonista, con i suoi contrasti e la sua distopia, è stato
girato a Casablanca perché tre giorni prima del ciak di inizio i Servizi hanno impedito le riprese. Ecco
allora che un noir che è anche un film di denuncia che ha dato evidentemente fastidio, può divenire per
uno spettatore italiano un'ottima cartina al tornasole per capire meglio il contesto, qualora ce ne fosse
bisogno, in cui è maturata l'uccisione di un connazionale: Giulio Regeni.

 

 

 

 

 

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