CHIAMAMI COL TUO NOME
 
 
VENERDI 23/03
► ore 19.00

SABATO 24/03
► ore 17.45

DOMENICA 25/03
► ore 17.30
► ore 21.15 (vo)

 

OSCAR 2018 - MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE (JAMES IVORY)

BAFTA 2018 - VINCITORE DEL PREMIO ALLA MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE

GOLDEN GLOBE 2018 - 3 NOMINATIONS

FILM DELLA CRITICA DAL SINDACATO NAZIONALE CRITICI CINEMATOGRAFICI ITALIANI SNCCI

 

 

Regia: Luca Guadagnino
Attori: Armie Hammer - Oliver, Timothée Chalamet - Elio Perlman, Michael Stuhlbarg - Sig. Perlman, Amira Casar - Annella Perlman, Esther Garrel - Marzia, Victoire Du Bois - Chiara, Vanda Capriolo, Antonio Rimoldi, Elena Bucci, Marco Sgrosso, André Aciman, Peter Spears
Soggetto: André Aciman - (romanzo)
Sceneggiatura: James Ivory
Fotografia: Sayombhu Mukdeeprom
Montaggio: Walter Fasano
Scenografia: Samuel Deshors
Arredamento: Sandro Piccarozzi
Costumi: Giulia Piersanti
Effetti: Luca Saviotti
Suono: Yves-Marie Omnes, Jean-Pierre Laforce

 

Estate 1983, tra le province di Brescia e Bergamo, Elio Perlman, un diciassettene italoamericano di origine ebraica, vive con i genitori nella loro villa del XVII secolo. Un giorno li raggiunge Oliver, uno studente ventiquattrenne che sta lavorando al dottorato con il padre di Elio, docente universitario. Elio viene immediatamente attratto da questa presenza che si trasformerà in un rapporto che cambierà profondamente la vita del ragazzo.

 

Questo è un film per famiglie, mi piace pensare che sia un film volto alla trasmissione della conoscenza. Di conseguenza abbiamo mostrato sullo schermo solo ciò che volevamo mostrare. Il genere in cui ho incapsulato questo film non richiede certo di mostrare organi nudi, ciò che volevo mettere in scena era l'intimità tra due persone quindi ho lavorato sulla chimica tra i miei protagonisti. ('Luca Guadagnino, regista del film')

 

Un’opera visivamente stupefacente, in grado di evocare il magistero di Renoir e la carnalità contadina di Bertolucci.

Un commosso romanzo di formazione che ribadisce il primato della seduzione e del desiderio.

Un film sontuoso e intimo, segreto e libero, che afferma la maturità di Guadagnino come autore nel cinema italiano contemporaneo.

('Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani SNCCI ')

 

"(...) questo percorso di conoscenza e di scoperta non avrebbe fascino e armonia, se la storia non fosse accompagnata dalla descrizione di un mondo che sembra fatto per accompagnare Elia (e lo spettatore) verso un'esperienza fondativa. Mi sembra questa la vera forza di 'Call Me by Your Name' di Luca Guadagnino: al centro del film non c é tanto la scoperta della propria omosessualità, quanto la possibilità di farlo, il sogno (o l'utopia) di un ambiente che sappia accettare le pulsioni del desiderio ovunque portino e che, come dice un padre meravigliosamente sensibile, siano d'aiuto alla propria crescita." ('Corriere della Sera')

 

"'E 'meglio parlare o morire?'. A 17 anni non ci si può permettere di tacere. Specie se si ha il dono di sentire le vibrazioni di un sentimento al pari delle note musicali. Elio possiede la grazia, quasi divina, di saper ascoltare la vita ed avere il coraggio di viverla in pienezza. Un personaggio di questa rarità non poteva restare inviolato sulle pagine del pur folgorante romanzo di André Aciman: ad incaricarsi di tradurre per il cinema 'Call Me by Your Name' si è fatto carico Luca Guadagnino, autore cosmopolita e pasionario della cinefilia. Approdato (...) alla Berlinale nella sezione Panorama Special, il film è stato accolto in autentico trionfo, tanto dal pubblico quanto dalla critica internazionale, che - come era accaduto alla 'première' mondiale al Sundance (...) - non ha potuto evitare di intonare mente e cuore davanti all'opera più bella - finora - del cineasta italo-etiope. Impossibile è, di fatto, resistere alla pelle d'oca scatenata dalla sensualità restituita attraverso la storia d'amore giovane ma matura fra il teenager Elio e il 24enne Oliver, che prende forma in una calda estate del nord Italia nel 1983. (...) Elegia sentimentale borghese non scevra dal contesto storico - appunto l'inizio degli Ottanta italiani - (...) 'Call Me by Your Name' è definito dal suo regista quale 'un idillio' inventandosi lì per lì un genere cinematografico inesistente, seppur consapevole di quanto il proprio cine-immaginario francese abbia inciso in quest'opera (...). Complice della riuscita dell'opera è la magnifica coppia di attori americani nei panni di Oliver ed Elio: Arnie Hammer e il sorprendente 21enne Timothée Chalamet (...)." ('Il Fatto Quotidiano')

 

 

"Una traiettoria che la regia di Guadagnino restituisce in passaggi inattesi, con dolcezza, spavento e tumulto, accompagnando il movimento del desiderio. Nella grana sensuale - grazie alla luce meravigliosa di Sayombhu Mukdeeprom - Guadagnino riesce a sorprendere la sua materia, il racconto di formazione, l'attrazione tra un giovane e uno più grande (con reminiscenze immediate di 'Lolita'), grazie alla capacità di infondere nella narrazione gli «oggetti» amati dell'immaginario. E se il romanzo di André Aciman è stato - come ha raccontato lui stesso - soprattutto una guida, la sceneggiatura sua, di Walter Fasano (anche montatore) e di James Ivory ha disseminato con leggerezza nel film qualcosa di ciascuno degli autori, una dimensione poetica, intima resa gesto di cinema." ('Il Manifesto')

 

 

 

 

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