CORPO E ANIMA

 

VENERDI 16/02 
► ore 18.00

 

SABATO 17/02
► ore 16.00

 

 

PRIMA VISIONE

 ORSO D'ORO, PREMIO DELLA GIURIA ECUMENICA, PREMIO FIPRESCI, PREMIO DELLA GIURIA DEI LETTORI DEL "BERLINER MORGENPOST"  67 FESTIVAL DI BERLINO (2017).

 

Regia: Ildikó Enyedi, Géza Morcsányi, Alexandra Borbély, Réka Tenki,

Zoltán Schneider, Ervin Nagy, Itala Békés, Tamás Jordán, Éva Bata,

Zsuzsanna Járó, Pál Mácsai, Vince Zrinyi Gál, Júlia Nyakó, Nóra Rainer-Micsinyei

Sceneggiatura: Ildikó Enyedi

Fotografia: Máté Herbai

Musiche: Ádám Balázs

Montaggio: Károly Szalai

Scenografia: Imola Láng

Costumi: Judit Sinkovics

Effetti: Balázs Novák, Béla Klingl

Endre, direttore amministrativo di un mattatoio industriale, è sospettoso nei confronti di Mária, nuova responsabile del controllo qualità inviata dalle autorità. Endre pensa che Mária sia eccessivamente formale e troppo concentrata su se stessa. E trova anche che sia troppo severa nel valutare la qualità delle carni. Semplicemente, Mária applica sul lavoro lo stesso ordine che utilizza nella gestione della sua vita. Nel corso di colloqui di routine, una psicologa scopre che Mária ed Endre condividono lo stesso ricorrente sogno. Introversi, non sanno che cosa significhi e si sentono a disagio. Il giorno successivo verificano un'altra volta: hanno fatto ancora lo stesso identico sogno. Diventa così chiaro che Mária ed Endre si incontrano ogni notte in un territorio comune: una foresta innevata, calma, dove sono due leggiadri cervi che si amano. Esitando, Mária ed Endre accettano quella strana coincidenza. Non possono ignorare l'intimità che li lega così facilmente nei loro sogni. Per due persone in apparenza del tutto estranee all'amore non è semplice ricreare nell'ampia luce del giorno la relazione armoniosa delle loro notti solitarie...

 

"Con bella sensibilità e una discreta dose di ironia la regista Ildikó Enyedi segue il percorso di «apprendimento» di lei e l'abbandono della solitudine di lui con minuziosa precisione (da entomologo si potrebbe dire) e con una messa in scena precisa e ordinata, che trova nei due protagonisti Alexandra Borbély e Morcsányi Géza i perfetti interpreti di questa avarizia di sé e dei propri sentimenti che sembra la vera malattia di questi anni. A fare come da contrappeso al grigiore quotidiano e all'inevitabile crudeltà del luogo di lavoro (anche se meccanicizzati i macelli mantengono una carica di violenza e di disgusto inestirpabile) ecco il fascino impalpabile dei sogni, con la bellezza e la delicatezza di un mondo fatato e puro, dove l'armonia del regno animale si lega all'incanto della natura." ('Corriere della Sera')

 

 

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