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COLD WAR
 

SABATO 16/02 
► Ore 18.30

 

DOMENICA 17/2 
► Ore 11.30 (VO)

CON APERITIVO AL TERMINE

► Ore 18.00

 

2018, FESTIVAL DI CANNES: MIGLIOR REGIA ● CAMERIMAGE: SILVER FROG A LUKASZ ZAL
EUROPEAN FILM AWARDS: MIGLIOR FILM, MIGLIOR REGIA, SCENEGGIATURA, ATTRICE, MONTAGGIO
POLISH FF: MIGLIOR FILM E MIGLIOR MONTAGGIO

 

 

 

 

Regia: Pawel Pawlikowski
Attori: Tomasz Kot - Wiktor, Agata Kulesza - Irena, Joanna Kulig - Zula, Borys Szyc - Kaczmarek, Jeanne Balibar - Juliette, Jacek Rozenek - Józef Rózanski, Cédric Kahn - Michel, Martin Budny - Americano, Philip Lenkowsky - Straniero, Adam Woronowicz - Console, Adam Ferency - Ministro, Adam Szyszkowski - Guardia, Drazen Sivak - Investigatore 1, Slavko Sobin - Investigatore 2, Aloïse Sauvage - Cameriera, Anna Zagórska - Ania, Tomasz Markiewicz - Capo del ZMP, Izabela Andrzejak - Mazurek, Kamila Borowska, Katarzyna Ciemniejewska, Joanna Depczynska, Gracjana Graczyk, Dominika Ladziak, Martyna Mankowska, Zofia Nowak, Anna Pas, Patryk Jurczyk, Pawel Kasprzak
Sceneggiatura: Pawel Pawlikowski, Janusz Glowacki - (cosceneggiatore)
Fotografia: Lukasz Zal
Montaggio: Jaroslaw Kaminski
Scenografia: Marcel Slawinski, Katarzyna Sobanska
Costumi: Aleksandra Staszko
Suono: Maciej Pawlowski, Miroslaw Makowski

 
Un musicista in cerca di libertà e una giovane cantante, fatalmente destinati ad appartenersi, vivono un amore tormentato in un’epoca difficile. Sulle note di una splendida colonna sonora, la guerra fredda della Polonia staliniana lascia il passo a quella sentimentale che vivono i due protagonisti...Passione e sentimento si intrecciano disegnando un'intensa e indimenticabile storia d'amore.
 

 

 

Se ogni storia d'amore può essere raccontata come una guerra, allora ogni guerra può essere raccontata da una storia d'amore. Europa, metà del Novecento, nel cuore della Guerra fredda: dal 1949 al 1964, da una parte e dall'altra della cortina di ferro, tra la Polonia stalinista e la Berlino est del socialismo reale, il Check Point Charlie e la Parigi esistenzialista, la Zagabria di Tito e poi ancora Parigi e Varsavia; la relazione fra i due protagonisti di Cold War, il pianista Wiktor e la cantante Zula - lui intellettuale e lei irruenta, lui scuro di capelli e lei bionda, lui traditore e lei spia - diversi in tutto ma uniti dalla musica e dalla passione nasce, muore, risorge e si autodistrugge passando attraverso le grandi macchinazioni della Storia. ('Fimtv')

 

Il soggetto è antico quanto il mondo, ma "Cold War" suscita sentimenti così intensi da fare sì che irrompano nel cuore dello spettatore nel preciso momento in cui lo sta vedendo. L'aspetto più stupefacente, però, del film del polacco emigrato a Londra Pale Pawlikowski -già gratificato dal meritato successo mondiale di "Ida"- sta nel fatto che sembra sia riuscito a scolpire un'incandescente storia d'amore all'interno di un blocco di ghiaccio: girato in 16mm, nel desueto formato dell'1,33:1 e in un prezioso bianco e nero che si rimodella continuamente eliminando le sbavature e variando le sfumature, questo film imperdibile riesce a catturare i dettagli più impercettibili senza cedere al manieristico, al melodrammatico o al ricattatorio bensì ricostruendo i fatti con una cadenza asciutta ed ellittica, come se l'assoluta sobrietà espressiva fosse l'unico modo possibile per recuperare i frammenti di un sogno per metà realistico e per l'altra onirico. [...] ('Valerio Caprara')

 

Oscar 2015 per il miglior film straniero con Ida - splendido film su una novizia che scopre la tragedia della sua famiglia -, con Cold War il regista polacco Pavel Pawlikowski ha ottenuto il gran premio della giuria a Cannes e ha trionfato agli Efa. In questa opera si ispira alla relazione tra i suoi genitori (a cui il film è dedicato) "terribile" eppure a suo modo straordinaria, ma torna a raccontare in modo personale, e ancora una volta registicamente magnifico, la storia del suo paese durante il comunismo. [...] ('Left')
 

 

 

 

 

 

 

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