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STYX
 
DOMENICA 16/12
►  ore  20.00
VO Inglese e Tedesco sottotitolato in Italiano

 

PRIMA VISIONE ESCLUSIVA

 

 

 

 

 

 

Regia: Wolfgang Fischer
Attori: Susanne Wolff - Rike, Gedion Oduor Wekesa - Kingsley
Sceneggiatura: Wolfgang Fischer, Ika Künzel
Fotografia: Benedict Neuenfels
Musiche: Dirk von Lowtzow
Montaggio: Monika Willi
Costumi: Nicole Fischnaller
Suono: Andre Zimmermann, Tobias Fleig - (mixer)

 

FESTIVAL DI BERLINO 2018: PREMIO HEINER CAROW
LABEL EUROPA CINEMAS, PREMIO DELLA GIURIA ECUMENICA
REYKJAVIK INTERNATIONAL FILM FESTIVAL: MENZIONE SPECIALE
VALLETTA FILM FESTIVAL: TRITON AWARD MIGLIOR ATTRICE, MIGLIOR FOTOGRAFIA

 

In collaborazione con #CineClubInternazionaleDistribuzione l'imperdibile 'Styx' di Wolfgang Fischer. Il lungometraggio, che ha già ricevuto l'Human Rights Film Award 2018, racconta in modo originale cosa accade quando è un singolo a confrontarsi in mezzo al mare con un barcone in avaria. Ambientato prima a Colonia e poi in mezzo al mare, Styx (ovvero Stige "il fiume che divide i morti dai vivi" ci tiene a spiegare il regista), ha come protagonista Rike (Susanne Wolff), quarantenne medico tedesca che si mette in viaggio da sola su una barca a vela da Gibilterra.
Destinazione? Il paradiso, ovvero l'isola di Ascensione nel bel mezzo dell'Oceano Atlantico. Rike è una brava e coraggiosa velista che, nei momenti di bonaccia, sfoglia un volume pieno di foto sulla sua paradisiaca destinazione finale, ma dopo una forte burrasca tutto cambia. La donna infatti vede a poca distanza un barca alla deriva piena di migranti che chiedono aiuto.


Gli “incontri” in mezzo all’oceano tra imbarcazioni da diporto e barche piene di rifugiati sono un incubo molto discusso tra i marinai e le persone che lavorano in mare, perché stanno diventando sempre più comuni. Che cosa può succedere, dunque, se una velista, da sola sulla propria barca, si ritrova in questa situazione? Ispirato da eventi reali, Styx, nella finzione, cerca risposte a questa domanda, raccontando quanto gli
interessi economici siano in competizione con i principi umanitari e di come l’indifferenza atrofizzi ogni speranza. Il film tratta di sogni individuali e gira attorno a questioni centrali sull’identità: chi siamo, chi vogliamo essere, chi dobbiamo essere?

 

«Eravamo certi di voler realizzare un film fisico, fatto di corpi, e con pochi dialoghi. Con una persona che si avventura in un ambiente ostile che non può tenere completamente sotto controllo, dove è necessario possedere una grande esperienza. Questo era il punto iniziale: qualcuno parte per il mondo, affronta questi elementi e cerca di dominare le sfide che ne derivano. Convivere con la propria solitudine è un tema importante: oggi, chi è capace di questo? La protagonista si mette in viaggio senza cellulare e senza accesso a Internet al fine di isolarsi su una barca per settimane – e adora far questo. Tutto ciò era intrigante. Rike non ha bisogno di nient’altro per stare bene. È una persona sensuale. La vediamo nuotare in mare aperto e sorridere quando sente battere sul suo viso i primi raggi di sole o quando il vento soffia sulle vele. O quando parla del suo sogno, il paradiso dove è diretta.» (Il regista Wolfgang Fischer)

"Ciò che Styx ci dà a vedere, in maniera tanto diretta da sentire sulla propria pelle l’urgenza della situazione, è la divisione intollerabile tra due mondi: quello per cui il mare evoca il paradiso e quello per cui è il fiume dell’Inferno, quello in cui qualsiasi altro bisogno si cancella davanti la necessità della semplice sopravvivenza e quello per cui firmare un modulo è un imperativo più categorico della vita di altri esseri umani" ('Cineuropa')

Papa Francesco, nei colloqui e nel materiale di repertorio, affronta un'ampia gamma di temi senza mai sottrarsi e facendo della chiarezza delle posizioni assunte nelle varie materie, un punto di forza. Che però non si traduce mai in chiusura o in rifiuto del dialogo. Wenders lo sottolinea mostrando la molteplicità dei consessi internazionali e delle visite pastorali che alterna ai colloqui in cui il pontefice, guardando negli occhi l'interlocutore ma anche lo spettatore, ci conferma ogni volta che la fede (come affermava un altro importante sacerdote, David Maria Turoldo) non la si propaganda ma la si vive e se la si vive si propaganda da sé. Si leggono nel suo sguardo e nel suo sorriso la fede profonda nel Figlio dell'Uomo Gesù Cristo che vede però presente non solo nei riti ma soprattutto nell'umanità e in particolare in quella più vessata e privata della propria dignità.

Nella lingua spagnola (idioma materno per Jorge Bergoglio) esiste la definizione di 'hombre vertical' per indicare un uomo tutto d'un pezzo. Papa Francesco, come ce lo propone Wenders, sa essere così senza mai dimenticare però quella misericordia che è stata al centro del Giubileo straordinario da lui indetto e tenutosi tra il dicembre 2015 e il novembre 2016. Perché l'assenza di misericordia significa soffocamento della speranza in un mondo più giusto e quindi più vicino alla Giustizia. Che per Francesco origina da un Dio che non fa distinzioni nell'indicare nell'attenzione agli ultimi la via maestra. Una strada, questa, che può e deve essere percorsa sia che si sia credenti che atei con, in più, per cattolici, sacerdoti o laici che siano, la consapevolezza che non si possono servire due padroni: Dio e il denaro. Come questo papa, francescano di nome e di fatto, non smette di ricordare. ("mymovies")

 

 

 

 

 

 

 

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